More Beer, More People

INTERVISTA AD ANDREA MAIOCCHI, CO-FONDATORE DI BREWFIST

Brewfist è nata nel 2010 dalla passione per la birra che condividi con Pietro – l’altro fondatore. Il vostro motto è “more beer, more people” ci vuoi spiegare meglio qual è la vostra idea imprenditoriale?

Quando siamo partiti nel 2010 la birra artigianale era nelle bottiglie da 75cl, lo stesso contenitore del vino. Questa imitazione ha privato la birra del suo contenitore originale che, a nostro parere, in Italia faceva perdere il concetto del largo consumo. Quello che abbiamo fatto è stato sfatare il mito che la bottiglia da 33cl non fosse adatta alla birra artigianale: le abbiamo tolto il vestito riconducibile ad un mercato “di nicchia”, riportandola così nel classico fusto e producendola per tutti, non solo per una élite circoscritta. Abbiamo cercato di ribilanciare questo concetto, ragionando anche in termini di entusiasmo proponendo anche un packaging giovanile e fresco, per tutti e in grande quantità. More Beer è riferito alla nostra volontà di produrre una quantità maggiore di birra artigianale, da poter essere commercializzata verso i pub in target.

Quanto è importante per voi investire e coinvolgere le persone in azienda?

Questo tassello è importantissimo: io e Pietro, ci eravamo detti che non dovevamo essere “tuttologi” e che l’azienda non doveva dipendere eccessivamente da noi. Coinvolgere le persone è il punto principale del nostro Business Plan. Fin da subito ci siamo impegnati nel trovare dei collaboratori che potessero sostituirci e che, attraverso delle procedure di delega e un metodo formativo, ci avrebbero aiutato a far crescere l’azienda.

Faccio un esempio, si pensa che il bravo Head Brewer sia quello capace di fare un’ottima birra, invece, il suo compito non si limita soltanto a quello, ma deve essere capace di formare le altre persone tecnicamente, tramandare il proprio sapere, decentrando così l’attenzione dall’idea comune del “mastro birraio” come l’unico e intoccabile. La nostra finalità è quella di essere più liberi nel dedicarci alla commercializzazione e al perfezionamento della produzione.

Che cosa vi ha spinto a rivolgervi a ONE4?

Ho sempre avuto a cuore la formazione. Ci siamo imbattuti in ONE4 tramite un webinar sull’importanza di amalgamare le competenze femminili e maschili all’interno di un’azienda che ci è molto piaciuto. La formazione per me deve essere svolta da gente esperta e non deve essere improvvisata: non stavamo cercando qualcuno capace di spiegarci tecnicamente come si fa la birra, ma, dovendo sviluppare l’impresa, sentivamo il bisogno di introdurre e sviluppare nuove competenze. Con un percorso di formazione, fissi un obiettivo, se lo raggiungi allora sai se ha funzionato e quindi è misurabile. Per questo sono molto soddisfatto.

Avete delle idee per lo sviluppo futuro?

Per quanto riguarda il prodotto, abbiamo un’enorme capacità di crescita con il nostro prodotto di punta, la Spaceman. Siamo da poco partiti con un progetto pilota per portare un prodotto evoluto e di grande valore sulla filiera distributiva.

Per quanto riguarda i collaboratori devono crescere ancora nel loro ruolo di responsabili, poi conoscere il progetto imprenditoriale, condividerlo e perseguirlo in un unico grande grande obiettivo comune.