Perché non mi capisci?

Come andare d’accordo con i colleghi e migliorare i rapporti di lavoro

Quante volte ci è capitato di domandarci, alla fine di un discorso altrui, “Ma cosa ci voleva dire?”. Oppure quante volte ci è capitato di essere fraintesi? In questi tipi di situazione alla base c’è una comunicazione che si è rivelata inefficace e le ragioni per le quali è risultata tale possono essere molteplici.

Proprio come i famigliari, anche i colleghi di lavoro non si scelgono e può capitare di percepirli come distaccati oppure addirittura ostili nei nostri confronti da non capire il perché. Non capiamo il loro modo di lavorare o pensare, così diverso da nostro. Questo porta a molte incomprensioni e reazioni. Una cosa però è certa: il fine ultimo per lavorare bene in modo sereno e produttivo è riuscire a fare squadra e andare d’accordo con i colleghi, riducendo al minimo e conflitti e migliorare i rapporti di lavoro.

La comprensione è il mezzo per una comunicazione efficace

La comunicazione ha come fine ultimo la comprensione. Siamo abituati a considerare il verbo comprendere come sinonimo di capire o di intendere e nell’uso comune in effetti lo è. Già l’etimologia, ossia ciò che ha originato la composizione di una parola, ci aiuta però a chiarire che i tre verbi hanno sfumature diverse. Capire deriva dal latino capĕre che significa prendere. In tendere sta per “tendere verso”. Comprendere nasce dal la sintesi di cum-prehendere, dove il latino c u m equivale all’odierno “con” e vuol dire insieme.

In questa chiave comprendere non è perciò semplicemente aver udito o captato qualcosa (capĕre) o essere stati attenti a coglierlo (“tendere verso”). Comprendere significa che ciò che ci arriva è esattamente ciò che l’altro ha espresso e che quel contenuto ora, oltre che dentro di lui, è anche dentro di noi.

Quali sono le modalità di comunicazione e come determinano la comprensione

Le modalità di comunicazione producono esiti totalmente diversi in termini di apprendimento (e quindi di comprensione nel senso più ampio del termine).

Immaginiamo di vedere all’opera uno chef. Sta preparando un piatto piuttosto elaborato e lo seguiamo passo dopo passo. Quando potremo dire di avere davvero compreso come si prepara quel piatto? Soltanto quando noi stessi saremo in grado di rifarlo.

Se lo chef si limitasse a spiegare verbalmente come si prepara un determinato piatto, chi lo ascolta certamente apprende qualcosa ma mediamente non si oltrepasserebbe il 20% del suo potenziale di comprensione.

Se lo chef preparasse il piatto ma, come in un film muto, non proferisse parola, il potenziale di comprensione salirebbe al 30%. Questo dato già ci dice che la vista è un canale più efficace dell’udito.

Ne consegue che anche una ricetta scritta, da potere avere sotto gli occhi, ottiene lo stesso risultato.

In entrambi i casi siamo comunque ancora lontani da una comunicazione che si possa definire efficace. Nel la combinazione udito più vista, con lo chef che spiega ma allo stesso tempo esegue il piatto, il potenziale di comprensione sale al 50% (comunicazione verbale 20% + comunicazione visiva 30%).

Nella modalità mista interattiva, lo chef interagisce con chi lo vede all’opera, che ha l’opportunità di chiarire eventuali dubbi o chiedere delucidazioni. Il potenziale di comprensione raggiunge il 70%. Se poi lo chef ci aggiunge la sperimentazione, cioè fa in modo che chi lo segue contribuisca sotto la sua guida alla preparazione del piatto, il potenziale di comprensione tocca il 90%.

Il semplice parlare, senza che ci sia una mutua interazione, produce al massimo una comprensione della metà di ciò che viene detto! Dobbiamo convenire che il coinvolgimento attivo dell’altra parte in gioco nella comunicazione e essenziale perché la comprensione possa avere luogo.

Rendiamoci conto che, nel migliore dei casi, non siamo andati oltre il 50% della potenziale comprensione.

Conclusioni

Non meravigliamoci se ci siamo ritrovati a ripetere mille volte le stesse cose ad un nostro collega. La qualità della nostra vita e i nostri successi dipendono molto dalle abilità comunicative. Saper comunicare significa esprimere al meglio i contenuti di un messaggio e le intenzioni e l’intensità con le quali è trasmesso. Le modalità di comunicazione sono la base per poter farsi comprendere ed essere comprensi dagli altri.

  • Ogni cosa non compresa deve essere ricordata.
  • Ogni cosa compresa diventa parte di noi ed è utilizzata in maniera naturale.